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15 lug 2014

COMUNICATO STAMPA UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE: ORDINI DI MACCHINE UTENSILI: IN CRESCITA IL SECONDO TRIMESTRE 2014 (+14,4%) ORDINI INTERNI: (+38,2%); ORDINI ESTERI: (+11,5%)


Nel secondo trimestre 2014, l’indice degli ordini di macchine utensili, elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, ha registrato un incremento del 14,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il valore assoluto dell’indice si è attestato a 96, ancora sotto alla media fissata al 2010=100.
 
Il risultato complessivo è stato determinato dai positivi riscontri raccolti dai costruttori sia sul mercato interno sia su quello estero, nonostante ciò il livello degli investimenti programmati dal mercato italiano risulta ancora scarso.
 
In particolare, l’indice degli ordini interni è cresciuto del 38,2%, per un valore assoluto pari a 91,2, sostenuto dall’introduzione della Nuova Legge Sabatini.
 
Sul fronte estero, l’indice degli ordini è cresciuto dell’11,5%, per un valore assoluto pari a 96,6, confermando così la ripresa dei consumi di macchine utensili italiane nei principali mercati stranieri, già rilevata, dopo l’arretramento del 2013, dai dati di export relativi al primo trimestre 2014 (+2,1%).
 
Secondo l’elaborazione UCIMU sui dati ISTAT, sono i paesi dell’Ue a essere particolarmente attivi; crescono, infatti, le vendite in Germania (+17,6%), Francia (+30,2%), Polonia (+0,8%), Gran Bretagna (+42%), Spagna (+12,9%). Arretrano, invece, le vendite in Cina (-16,3%), Stati Uniti (-11%), Russia (-5,8%), India (-35,3%), Brasile (-37,8%), Turchia (-7,5%).
 
Su base semestrale, l’indice registra un incremento del 14,9% determinato dalla crescita dell’indice degli ordini interni (+59,5%) e esteri (+7,8%).
 
“Il risultato elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE- ha affermato Luigi Galdabini, presidente UCIMU - è certamente positivo perché conferma l’inversione di tendenza già rilevata nel trimestre precedente. Occorre però considerare che l’incremento appare deciso poiché si confronta con il 2013, anno tra i peggiori per l’industria italiana di comparto”.
 
“Il positivo andamento degli ordinativi raccolti sul mercato domestico è diretta conseguenza dell’introduzione della Nuova Legge Sabatini che, operativa dal marzo scorso, ha finora permesso finanziamenti agevolati per 1,5 miliardi di euro di investimenti in beni strumentali. D’altra parte ci aspettiamo che la prossima edizione di BI-MU, la biennale in programma il prossimo ottobre a Fiera Milano, dia ulteriore impulso agli acquisti da parte degli utilizzatori italiani ”.
 
“La risposta all’introduzione della Nuova Sabatini - ha continuato Galdabini - fa pensare che provvedimenti strutturali volti a sostenere la ripresa del consumo italiano di sistemi di produzione, indispensabile per il mantenimento della competitività del paese, troverebbero terreno fertile poiché esiste una domanda latente che va stimolata a esplicitarsi. A questo proposito, accogliamo con favore il decreto 91/2014 che permette il credito di imposta pari al 15% dell’ammontare degli investimenti totali in macchinari effettuati dalle imprese dal 25 giugno 2014 e con consegna entro il 30 giugno 2015. Siamo però convinti che ciò non sia sufficiente anche e soprattutto per la durata troppo breve del provvedimento che, così costruito, avvantaggia notevolmente gli importatori di macchine straniere dotati di magazzino, a scapito dei costruttori italiani la cui attività è per lo più su specifica commessa. L’ideale sarebbe lavorare a un emendamento che preveda che la data di scadenza posta al 30 giugno 2015 sia relativa agli ordini raccolti e il termine per la consegna del macchinario sia spostato al 31 dicembre 2015”.
 
“Insistiamo poi sul sistema degli ammortamenti liberi che in alcuni paesi a noi vicini già è stato introdotto. Potrebbe essere utile prendere come riferimento il provvedimento, in vigore in Gran Bretagna dal primo aprile 2014, che permette, nell’anno di acquisto del macchinario, fino al 31 dicembre 2015, l’ammortamento totale degli investimenti di beni strumentali fino a un importo massimo di 600.000 euro”.
 
“Inoltre - ha aggiunto il presidente di UCIMU - ancora una volta i costruttori italiani sottolineano la necessità di un provvedimento di incentivo alla sostituzione dei macchinari obsoleti non solo su base nazionale ma europea. Il provvedimento potrebbe evidentemente dare una scossa al consumo di macchinari ma soprattutto favorirebbe l’ormai necessario ammodernamento degli impianti produttivi del vecchio continente. La necessità di fabbriche moderne e produttive è infatti tema comune a numerosi paesi dell’Area euro. Alle autorità di governo chiediamo dunque, anche in ragione del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea, di inserire tra le proposte di politica industriale anche un ragionamento su questa misura la cui attuazione risponderebbe alle esigenze di maggiore produttività delle imprese e di adeguamento alle normative sempre più stringenti in materia di risparmio energetico e miglioramento degli standard di sicurezza sul lavoro che divengono sempre più stringenti”.
 
“Consapevoli delle difficoltà in cui versa il paese e della scarsa disponibilità di risorse, - ha concluso Galdabini - gli imprenditori della macchina utensile non possono non riconoscere il valore di alcuni provvedimenti adottati dalle autorità di governo. Quanto fatto in materia di riduzione del cuneo fiscale è certamente apprezzabile ma occorre intervenire in modo più deciso affinché le imprese italiane continuino a lavorare in Italia e il paese divenga sempre più ospitale anche per i player stranieri la cui presenza non può che generare nuova ricchezza. In particolare insistiamo nel riproporre l’introduzione dell’abbattimento dell’IRAP attraverso una riduzione della base imponibile, per la sola parte relativa al costo del lavoro, per una quota pari al rapporto export/produzione generata dall’azienda, in modo da stimolare le imprese a impegnarsi sempre più nell’attività di internazionalizzazione”.
 
Cinisello Balsamo, 14 luglio 2014
 
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